I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

lunedì 28 gennaio 2013

L'Italia che crea giochi (impressioni post Global Game Jam)

Come scritto nel post precedente, ho partecipato per la prima volta alla Global Game Jam di Genova, dedicata ai videogame.
Per me, che mi considero un neofita del videogame design nonostante lavori per Place Commander da oltre un anno, è stata un'esperienza positiva, che mi ha convinto ulteriormente del fatto che nel mondo dei giochi ci può essere una risposta alla crisi.
Premetto che, non avendo capacità informatiche, ho contribuito ben poco alla riuscita di Animal Gymessendo un gioco semplice, abbiamo svolto il lavoro di game design quasi interamente durante la serata del venerdì, mentre poi al sabato e alla domenica il gioco è stato concretamente creato dai miei compagni di team Paolo Tajè e Leonardo Amigoni, mentre io facevo bassa manovalanza, ascoltando decine e decine di suoni free e selezionando quelli da inserire nel gioco.
Ho avuto quindi il tempo di ammirare i tre team presenti nella nostra aula creare tre giochi in 46 ore, dandosi consigli e supporto a vicenda (fra l'altro ho molto apprezzato il fatto che si siano tutti dimostrati interessati al mondo dei giochi in scatola e che abbiano sempre tenuto in considerazione tutte le mie idee, dispiacendosi quando erano troppo lunghe da realizzare per motivi tecnici).

Poi ovviamente i giochi usciti in quelle 46 ore fra le 17.00 di venerdì e le 15.00 di domenica non sono rifiniti e non sono perfetti (come potrebbero esserlo?), però esistono, funzionano e sono divertenti. Con un po' di lavoro, potrebbero essere all'altezza di molti altri prodotti presenti sul mercato.
E sono stati creati dal nulla in meno di due giorni.
Per questo motivo, insisto su un concetto che mi sta molto a cuore da tempo (chi mi conosce di persona lo sa): la nostra generazione ha in mano mezzi più potenti di qualunque altra l'abbia preceduta, e li sa usare. Ha inventiva e capacità che potrebbero essere valorizzate molto più di quanto non lo siano.
Al giorno d'oggi, a un ragazzo fra i 20 e i 30 anni non basta dare la possibilità di trovare un posto di lavoro, ma deve poterselo creare, perché ne ha le capacità. Purtroppo le famigerate "leve del potere" sono in mano a gente che sa poco o niente di questo mondo e che ragiona con criteri ormai inadeguati, come è inadeguata una mentalità vecchia anche solo di vent'anni.
Le persone che erano con me in quell'aula (Paolo, Leonardo, i due Lorenzo, Federico, Marina, Alessandra, Gianluca, Mario e Rossella), così come i miei usuali compagni di lavoro di FunGo Studios, hanno entusiasmo, competenza e, da buoni Italiani, fantasia e capacità di risolvere i problemi velocemente. E il gioco stimola tutto questo, perché per creare un gioco servono inventiva, mestiere e lavoro di squadra (ed è anche divertente). 
E' un peccato che poi la gente compri solo il gioco dell'oca, no? Far crescere la cultura ludica vuol dire far crescere in tanti modi positivi la nostra Nazione e la nostra società.

Chissà se prima o poi qualcuno lo capirà...


La tartaruga disegnata da Paolo Tajè è una dei protagonisti di Animal Gym

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